Montecassino, e la grande guerra.

Arrivando a Montecassino non si può fare a meno di farsi trasportare nella sua storia, la storia di un territorio intero.

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Montecassino

La storia di Montecassino è strettamente collegata a Cassino e a tutto il suo territorio, prende il via da insediamenti dell’età del ferro, anche se tracce di vita preistorica la fanno risalire a data antecedente e fino al paleolitico superiore, questo grazie alla particolare posizione geografica.

La città fu terra di conquista di varie popolazioni, dai Sanniti ai Romani, ebbe la cittadinanza romana nel 188 a.C. quando divenne colonia, prefettura e municipio, quando raggiunse il massimo splendore nel periodo imperiale, i monumentali resti sono tutt’oggi visibili: Anfiteatro, teatro, ninfeo, tombe monumentali, strade selciate ed un acquedotto di 22 chilometri. Conobbe poi la devastazione dei barbari con la caduta dell’impero romano.

Tutto il territorio riprese vita con la venuta di Benedetto da Norcia a Montecassino nel 529, e con l’opera di bonifica e organizzazione sociale dei Monaci.

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Purtroppo nei successivi anni Cassino e Montecassino conobbero ancora una volta devastazioni da parte di popolazioni come: Longobardi, Saraceni e Normanni. Quando il sito dell’antica Cassinum fu abbandonato si cercò di ricostruire la città più a nord, sulle sorgenti che si trovano ai piedi di Montecassino.

L’Abate Bertario (856-833), iniziò la ricostruire ma gli fu impedito dai Saraceni, perse la vita egli stesso.

L’Abate Aligerno (948-985), riprovò con la ricostruzione e grazie a lui nacquero i castelli dipendenti dall’Abbazia di Montecassino e fu eretta la Rocca Janula e fu ricostruito Cassino grazie anche a varie donazioni e fu conosciuto come ”Terra Sancti Benedicti”, un vero e proprio stato a conduzione monastica. Con l’Abate Atenolfo (1011-1022), e grazie a ciò che aveva iniziato l’Abate Bertario, nacque finalmente la città che prese il nome di S. Germano.

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Intanto l’Abbazia cresceva in cultura e arte e si affermò come importante centro religioso e politico nel panorama europeo, purtroppo, nei secoli successivi, non gli furono risparmiati guerre, devastazioni, pestilenze e terremoti disastrosi.

La Terra di S. Benedetto sotto la dominazione del Regno di Napoli fu denominata ”Stato di S. Germano” ed affidata alla guida dell’Abate, che per privilegio veniva considerato primo barone del regno, con tutti i diritti feudali, compresa l’amministrazione della giustizia. Con l’arrivo dei francesi nel 1806 sul trono di Napoli ebbe termine lo Stato di S. Germano, così l’Abbazia fu incamerata nei beni del regno e l’Abate ne fu nominato semplice custode.

Nel 1863 San Germano mutò il nome in Cassino, e nel 1927 uscì dal territorio Campano per far parte della nuova provincia di Frosinone, nel Lazio.

Purtroppo di nuovo questo territorio fu scosso da battaglie a causa della seconda guerra mondiale. Tra il Settembre del 1943 al Maggio del 1944 fu teatro della più aspra battaglia della seconda guerra mondiale. Dai monti delle Mainarde, degli Aurunci e fino al mar Tirreno vi furono intensi combattimenti che durarono oltre nove mesi.

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Montecassino ne fu il centro nevralgico in quanto aveva una posizione dominante sull’unica agevole via di accesso. Dopo lo sbarco degli alleati a Salerno le truppe germaniche furono costrette alla ritirata e decisero di porre la massima resistenza lungo una linea fortificata che tagliava trasversalmente l’Italia dall’Adriatico al Tirreno: La LINEA GUSTAV. Questa passava proprio sui monti che sovrastano la Valle di Casino, dove sorgeva Montecassino.

Ben barricati sui monti del cassinate i tedeschi riuscirono a contrastare gli alleati per ben nove mesi, come già detto.

La tragedia iniziò il 10 Settembre 1943 con uno spaventoso bombardamento anglo americano sulla città di Cassino. Questo colse letteralmente di sorpresa la maggior parte della popolazione che cercò disperatamente di lasciare il territorio ritirandosi nei paesi circostanti oppure sui monti intorno al cassinate, molti cercarono rifugio proprio nell’Abbazia di Montecassino, erano fiduciosi che nessuno avrebbe osato attaccare quel luogo, ma purtroppo nei mesi successivi quelle zone divennero campo di sterminio.

Il 15 Febbraio si consumò su Montecassino una immane tragedia, un bombardamento feroce lo ridusse ad un accumulo di macerie, naturalmente morirono anche tutti i civili che avevano trovato in quel luogo un riparo. Fortunatamente, non si sa ancora come sia potuto accadere, l’immenso patrimonio librario ed archivistico era stato messo già in salvo a Roma nel mese di Ottobre dagli stessi tedeschi. Come se non bastasse con un secondo bombardamento venne distrutta anche la città di Cassino, esattamente un mese dopo il 15 di Marzo. I centri abitati lungo la ” Via Gustav” non furono risparmiati, vennero distrutti quasi tutti.

Tra le rocce di Monte Cairo e Montecassino non trovarono la morte solo i residenti, ma anche moltissimi combattenti di varie nazionalità, combattevano nel vano tentativo di espugnare le fortificazioni tedesche. Naturalmente gli assalitori erano erroneamente convinti che nel Monastero vi fossero postazioni nemiche, mentre i tedeschi si erano tenuti lontani, stabilendo una linea di rispetto nei riguardi del luogo Sacro, escludendola dalle operazioni militari.

Clicca qui per vedere il video dell’ ”Istituto Luce”, del bombardamento di Montecassino.

Qualcuno scrisse che: ”Si combatteva da entrambe le parti con la consapevolezza che erano in gioco i destini della Patria”. Furono ricordati i versi del Latino di Orazio: ”Dulce et decorum est pro patria mori”.

Per ricordare la guerra un monumento per la Pace dell’artista arpinate Umberto Mastrianni domina la città di Cassino dall’alto ed all’ingresso del Monastero si trova ad accogliere i visitatori la scritta ”PAX”.

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Nel territorio cassinate ci sono i sacrari militari di alcune delle nazioni che combatterono su quel suolo:

Cimitero Tedesco nella frazione di Caira (20.035 salme).

Cimitero Polacco a Montecassino (1053 salme).

Cimitero inglese in via S. Angelo (4270 salme).

Cimitero italiano di Montelungo (975).

Cimitero Francese a Venafro (3414 salme).

Oltre mille soldati polacchi morirono per difendere il Sacro monte di Benedetto e nei pressi dell’Abbazia si possono visitare le loro tombe nel cimitero Polac

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co con annesso museo con foto e video a ricordo della battaglia.

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La ”Linea Gustav” fu superata solo il 18 Marzo 1944  con l’abbandono delle postazioni da parte dei difensori, questo fu l’inizio della liberazione che il 4 Giugno consentì agli alleati l’ingresso trionfale a Roma. Il martirio di Cassino e Montecassino fu utile? Ai posteri larga sentenza! La città eterna era salva!

Questa è solo una parte a grandi linee, di ciò che accadde, ma vi sono retroscena indimenticabili, come tutte le violenze che ci furono a carico soprattutto di donne e bambini.

Cassino, città forte di braccia e di cuore, già un anno dopo l’ultima battaglia, il 15 Marzo 1945 si era rinnovata, ripopolata e a grandi passi si ricostruiva guardando al futuro.

Per questo sacrificio alla città di Cassino venne riconosciuto l’appellativo di ”Città Martire per la Pace” e fu decorata con Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Su tutto il territorio vi sono ricordi e testimonianze della immane tragedia, sui monti circostanti si possono ancora vedere le trincee e le caverne o dei semplici fori nelle rocce dove i combattenti si nascondevano e riparavano.

Una curiosità che in pochi sanno è che il castello nel paese della vicina Vicalvi era stato adibito ad ospedale e proprio per questo vi era stata disegnata sulla facciata (proprio sul lato verso Cassino), una grande croce rossa in modo che gli aerei che lanciavano le bombe potevano vederla da lontano e tenersi alla larga.

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Da ricordare il bellissimo evento che ogni anno si tiene tra Cassino e Montecassino: il Corteo Storico ”Terra Sancti Benedicti”. Nasce nel 1994 in occasione del cinquantesimo anniversario della distruzione e ricostruzione di Montecassino e Cassino, su iniziativa dell’Abbazia di Montecassino e della ”fondazione San Benedetto” con l’intento di arricchire le celebrazioni benedettine del 21 Marzo riproponendo antichi riti in volgare. Un impegno costante fin dall’inizio di storici e artigiani, tutti con la stessa passione per le nostre tradizioni. Centinaia i figuranti in costume del periodo storico raccontato che va  dal 1263, quando l’Abbazia ritrovò lo splendore dopo la fase della dominazione sveva fino al 1349, l’anno del terremoto che distrusse Montecassino, un lasso di tempo di quasi un secolo durante l’età feudale.

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Vi invito a leggere l’articolo che ho scritto per questo evento proprio l’anno scorso.

Cliccare qui per leggere l’articolo

Montecassino merita davvero di essere visitata, vale un viaggio. Oggi meta di tanti turisti ma soprattutto di pellegrini che seguendo il ”Cammino di San Benedetto”, partono a piedi da Norcia (città natale di San Benedetto), e arrivano a Montecassino (luogo della Morte del Santo).

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